LAMECCA: recensione di Ragazzina

LAMECCA

Ragazzina

Nufabric Records, Phonarchia Dischi

29 aprile 2022

genere: spoken word, alternative rock, post-rock, emo-rock

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Anticipato dall’uscita dei singoli Cactus, Ginger e Melissa (feat. Gianmarco Ciani de I Botanici), la giovane band campana LAMECCA manda alle stampe il suo album d’esordio intitolato Ragazzina, edito per Nufabric Records e Phonarchia Dischi.

Dall’incontro tra le esperienze personali e i differenti background dei cinque componenti del progetto emergente LAMECCA – composto da Rossella De Napoli: voce e testi, Alfonso Roscigno: chitarra, Vincenzo Longobardi: chitarra, Alfonso Cheng Palumbo: basso e synth, Gianluca Timoteo: batteria – nasce un sound di provincia dal marcato retrogusto emo-rock anni ’90 e dal forte impatto emozionale, da cui filtra un’alchimia di influenze stilistiche dalle ritmiche ruvide, taglienti, malinconiche, melodiche e passionali.

L’idea di fondo di questo primo take discografico – com’è già intuibile nella raffigurazione grafica dell’artwork – si rifà a quell’ideale femminile riprodotto dalla Venere di Botticelli, alla celebrazione della nascita di una nuova umanità sul modello di una bellezza fine a sé stessa, che trascende dal reale e abbraccia un genere di purezza prettamente spirituale.

Quella rappresentata dal quintetto salernitano è, invece, una Venere strappata dal suo contesto storico e ricollocata nelle convenzioni sociali della contemporaneità, simboleggiando un principio di rifiuto nei confronti della venerazione dei canoni estetici imposti da certe manipolazioni mediatiche. Viene da chiedersi: ma è veramente possibile riuscire ad estraniarsi completamente da tutto ciò che è conformismo e dai vecchi retaggi? A tal ragione, i LAMECCA si focalizzano su come mitigare l’idiosincrasia nei confronti di quelle dinamiche interattive della socialità moderna che finiscono per soffocare creatività e identità.

Un diario autobiografico e autoreferenziale che, alternando contenuti espliciti e liriche sottoforma di metafora, insieme a quell’acerba freschezza tipica degli esordi mescolata a urgenza scritturale e disagio interiore, riesce a coinvolgere elementi emotivi simili e al tempo stesso contrastanti – come speranza, disincanto, fragilità, tormenti, rabbia e disillusione – contorcendosi su un mood calligrafico dal polso epidermico, introspettivo e umorale, amplificato da luccicanti chitarre post-rock, irruento spoken word e linee sintetiche di matrice new wave.

L’impianto tematico di Ragazzina poggia sull’inevitabile e naturale passaggio di crescita che va dall’adolescenza all’età adulta, ovvero dal periodo in cui si vive l’arrogante e irrazionale sensazione che il mondo intero sia ai nostri piedi al momento del risveglio, della cosiddetta consapevolezza, della maturità, della disillusione. Fase di transizione che, teoricamente, riconduce alla forbice anagrafica che va dai 20 ai 30 anni (e che oggi, ad esser buoni, potremmo allargare fino ai 40); a quel segmento di vita perennemente in bilico tra sogno e realtà, come un naufrago in balia delle onde emotive della sua coscienza, costretto a domare sia le forze esterne sia le turbolenze dei conflitti interiori, dividendosi tra amori e dolori, solitudine e delusioni, verità e bugie, cadute e risalite, riflessioni e ansie.

Così, prende forma il concept cantautorale dei LAMECCA, contraendosi e dilatandosi nella nostalgia depressiva del passato – tra direzioni sbagliate e aspettative disattese – e nel desiderio utopico di soffocare le incertezze del presente, spesso ricorrendo a maschere virtuali e dissimulando stati d’animo fittizi: da un lato, come forma di difesa, per paura di sentirsi inadeguati e tutelare le proprie debolezze, dall’altro per evidenziare le falle strutturali di un sistema sempre più inerme e vittima delle sue stesse crisi, dei suoi individualismi.

Come un qualcosa che sa di trasformazione, al pari di una pianta che fiorisce e sopravvive anche in mezzo al deserto di una periferia mentale – oltre che fisica – con la prospettiva di trovare un proprio posto nel mondo, andando alla ricerca di luoghi che si identifichino nelle persone e non viceversa. Quello dei LAMECCA è il linguaggio di una generazione (l’ennesima) che si è lasciata alle spalle l’innocenza dei ricordi, l’ambizione delle favole, non senza un pizzico di rancore misto a stupida euforia, per far posto al sapore livido della sconfitta, dell’indifferenza, di un’ultima Camel blu, ma continuando comunque ad aggrapparsi alla scialuppa di salvataggio della memoria e dell’arte, per non annegare nel mare dei rimpianti.

facebook.com/LAMECCA

Membri della band:

Rossella De Napoli: voce e testi

Alfonso Roscigno: chitarra

Vincenzo Longobardi: chitarra

Alfonso Cheng Palumbo: basso e synth

Gianluca Timoteo: batteria

Tracklist:

1. Ginger

2. Medina

3. Cactus

4. Melissa (feat. I Botanici)

5. Tempio

6. Lastronza

7. Peccato

8. Acqua in Bocca

9. Livido

10. Emma

11. Emotivo

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