Matteo Muntoni: recensione di NUR BISU

Matteo Muntoni

NUR BISU

S’ard Music, Egea Music

5 febbraio 2023

genere: folk etnico, psichedelia etnica, tribale, sonorizzazioni

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A distanza di tre anni dalla pubblicazione di Radio Luxembourg, l’eclettico polistrumentista cagliaritano Matteo Muntoni continua ad alimentare ricerca fonica e fertilità compositiva mandando alle stampe il suo nuovo album intitolato NUR BISU, edito per S’ard Music.

Quarto lavoro solista per Matteo Muntoni, incentrato interamente sull’anima roots-folk-acustica della sua terra d’origine, la Sardegna nuragica: un progetto visionario e artigianale sedimentato nella tradizione musicale e nelle viscere culturali di un popolo e delle sue radici agro-pastorali, vere e proprie fonti d’ispirazione per questa nuova esperienza di condivisione raccolta in nove tracce dall’aura ancestrale.

Assieme a un organico composto da Francesca Corrias (voce), Elisa Zedda (voce), Federica Muscas (voce), Raffaele Pilia (chitarre), Antonio Pinna (batteria e percussioni), Simone Soro (violino) ed Emanuele Contis (sax), Matteo Muntoni riesce a coniugare il Nur e il Bisu, dove il primo termine dialettale sta a indicare l’epopea della Sardegna antica per ciò che concerne la sua storia architettonica e archeologica, mentre il secondo termine rimarca l’aspetto immaginifico congiunto a quella sfera rituale tramandata fino ai nostri giorni.

Con il sentimento di chi sa ancora stupirsi e meravigliarsi dinanzi al fascino retrò di quell’isola-continente ricca di pietre, bronzi, ceramiche, grotte, profumi e dai molteplici colori, la compagnia polifonica capitanata da Matteo Muntoni (chitarra acustica e basso) condensa quel carattere identitario all’interno di un saliscendi epidermico dai linguaggi eterogenei e dalle ritmiche ossessive e primordiali, quando nell’intensità dei vènti di maestrale che assecondano l’inebriante passione dionisiaca di danze folcloristiche, quando attraverso l’introspezione catartica di mormoranti litanie liriche al femminile e dilatazioni trance-sciamaniche di psichedelia etnica.

Una comunione spirituale tra abitanti e madre terra, quale ponte sensoriale di raccordo tra passato, presente e futuro, che si fa metafora nell’ambivalenza sacrale del pozzo nuragico, quale custode della memoria e al contempo veicolo mediale per culti e riti propiziatori. Un pozzo che attinge al mistero, inteso come soglia di collegamento tra due dimensioni oniriche – memoria e sogno – e altresì sorgente di potenzialità inespresse che riaffiorano se mosse da un desiderio latente.

NUR BISU è un concept suggestivo che, con orgoglio autoctono, ripercorre il patrimonio rurale degli antenati sardi, forte di una teatralità scenografica dal carattere gitano e una coreografia di trame messianiche ed evocative. Un’operazione di recupero culturale che Matteo Muntoni prova a trasmettere ragionando intimamente di appartenenze, luoghi e mescolanze, nel confronto con il villaggio globale della contemporaneità.

facebook/matteomuntoni

Membri della band:

Francesca Corrias, Elisa Zedda e Federica Muscas alle voci, Raffaele Pilia alle chitarre, Antonio Pinna alla batteria e percussioni, Simone Soro al violino, Emanuele Contis al sax e Matteo Muntoni al basso, chitarra acustica e composizioni.

Tracklist:

Parte A – NUR

1. Shrdn – in mezzo al grande verde

2. Galazzoni

3. Nur

4. S’abba tenet memoria

Parte B – BISU

6. Brebu

7. Luxia arrabiosa – Juanas ag mur

8. Maimoni

9. Capudanni

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