Nero Kane: recensione di Of Knowledge and Revelation

Nero Kane

Of Knowledge and Revelation

Subsound Records

30 settembre 2022

genere: dark folk, psych blues, western, gothic folk, dark ambient

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Raccogliendosi nei meandri salmodiali di un cammino liturgico e nel fluire omogeneo di un’esperienza immersiva dalle forti connotazioni cinematiche, il cantautore meneghino Marco Mezzadri in arte Nero Kane – a distanza di due anni dalla pubblicazione di Tales of Faith and Lunacy – manda alle stampe il suo terzo album intitolato Of Knowledge and Revelation, edito per l’etichetta Italiana Subsound Records e anticipato dall’uscita del singolo Lady Of Sorrow.

Registrato all’Outside Inside Studio del produttore Matt Bordin, Of Knowledge and Revelation – terzo e ultimo capitolo di una trilogia iniziata nel 2018 con Love In A Dying World e proseguita con Tales Of Faith and Lunacy – si costituisce quale ulteriore conferma di quello che è ormai l’iter compositivo intrapreso da Nero Kane insieme alla visual artist, regista, musicista e cantante Samantha Stella (nuovamente al suo fianco), per quello che è possibile considerare alla stregua di un vero e proprio cammino di purificazione spirituale.

Coltivando ancora quel seme di speranza che risiede nella contemplazione dell’arte – in ogni sua forma e declinazione – e nell’insegnamento che passa attraverso le spinose e tortuose spirali del dolore, le otto tracce di Of Knowledge and Revelation si materializzano tra le sorde cadenze di un pellegrinaggio trascendentale ed evocativo, avvolto in un perenne stato di tensione sinfonica, di enigmatica attesa, che si addentra negli anfratti più oscuri e claustrofobici dell’anima.

Un concept sospeso tra materia e antimateria, tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, tra conoscenza (causa di follia e sofferenza) e rivelazione (liberazione da un mondo intriso di arcaiche convenzioni), come un fragile corpo sul bordo della vita che – ad ogni istante – minaccia di cadere dall’altro lato (citando José Saramago e le sue intermittenze della morte).

Rievocando correnti mistico-medievali di estrazione balcanica e teutonica (dalle scritture del filosofo rumeno Emil Cioran ai dipinti eterei di Hieronymus Bosch) – e muovendosi tra i demoni delle murder ballads nickcaveiane e quelle profondità psicomagiche che rimandano al drammaturgo Jadorowski – il “predicatore” Nero Kane e la “sacerdotessa” Samantha Stella mettono in scena rappresentazioni di nicchia, intime, rarefatte sotto l’aspetto della mimica e aderenti a quel minimalismo teatrale di vocazione kammerspieliana, focalizzandosi – con andatura lenta, ieratica, cinerea, monasteriale, eucaristica e mormonica – sulla metafora della condizione di sofferenza dell’essere umano, figlia dei sempiterni conflitti tra ragione e passione, peccato e fede, sacrificio e redenzione.

Of Knowledge and Revelation – il cui artwork rimanda alle tonalità grafiche noir-floreali di Blues Funeral del compianto Mark Lanegan e di Power, Corruption & Lies dei New Order – si ammanta di tessiture dense, vellutate e intrise di psichedelia gotica, che Nero Kane e Samantha Stella riescono a plasmare e modellare grazie a un minuzioso equilibrio di proprietà balistiche, andando a surrogare l’assenza di percussioni mediante un wall of sound di saturazioni atmosferiche, in cui vibrazioni lynchiane e cantilene messianiche alla Low, Lili Refrain, Dalila Kayros e Lingua Ignota si mescolano a quel dark-folk pastorale di radice americana e ai limbi danteschi della contemporaneità.

Così, fede e follia bruciano sull’altare della conoscenza e della rivelazione, alimentando l’illusione di una grazia ultraterrena, quale strumento fondamentale per anestetizzare la dannazione etica dei nostri giorni e continuare a inseguire quelle domande esistenziali che non avranno mai alcuna risposta, auspicando un’eternità di cui fine e inizio, in fondo, non sono che la stessa identica cosa.

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