Subsonica: recensione di Realtà Aumentata

Subsonica

Realtà Aumentata

Sony Music

12 gennaio 2024

genere: dubstep, techno-heavy-rock, trance dance, cantautorato italiano, brit wave, trip-hop, reggae, world music, disco pop, psichedelia elettronica, jungle, afrobeat, clubbing, ecstasy disco funk

_______________

Recensione a cura di Andrea Musumeci

Con più di cinquant’anni all’anagrafe e dopo quasi trent’anni di carriera segnati da tutta una serie di alti e bassi, oltre a diverse esperienze extra in progetti paralleli, i Subsonica tornano sulle scene con il loro decimo lavoro in studio intitolato Realtà Aumentata, edito per Sony Music, mixato dalle sapienti mani di Marta Sologni e anticipato dall’uscita dei singoli Pugno di Sabbia, Adagio e Mattino di Luce.

Con questo nuovo capitolo discografico, che può essere la risposta più sincera e positiva al bisogno di suonare ancora insieme e colmare un’assenza, la band torinese – composta da Samuel alla voce e chitarra, Max Casacci alla chitarra e voce, Boosta alla tastiera e voce, Ninja alla batteria e Vicio al basso – continua a proiettare la sua formula espressiva electro-pop sia nel connubio osmotico e sperimentale tra musica e visual art, tra rock ed elettronica, tra black music ed elettronica, sia nel dualismo tra uomo e macchina, tra dimensione carnale e astrattismo dell’anima, tra minimalismo e opulenza.

Riuscendo a recuperare quella magica alchimia utile a gestire e amnistiare le questioni di ego in nome del bene comune, tale da rigenerare e integrare le scritture e le evoluzioni dei rispettivi componenti, i Subsonica ritrovano l’entusiasmo giusto per rimettersi in gioco come collettivo (scelta per nulla facile), tra un giro sulle montagne russe della nostalgia e lo smarrimento di una passeggiata tra gli specchi deformanti dell’attualità.

Come una foglia che si lascia trasportare dalla corrente di un fiume ma non dimentica l’albero da cui proviene, il quintetto piemontese prova ad osservare le metamorfosi sociali da un’altra prospettiva e rievocare lo “spirito fantasma” delle origini, di quando il futuro era ancora una scommessa ottimistica, ricordando a tutti quanto sia stata creativa e frizzante la (contro)cultura musicale degli anni 90 e al contempo quanto sia difficile, tutt’oggi, uscirne vivi.

Così, resettando tutto davanti a un foglio bianco, senza cedere all’inerzia della retorica né alle lusinghe dell’autocelebrazione, ecco che nelle undici tracce di Realtà Aumentata, per ciò che riguarda lo sviluppo strumentale, troviamo quello che è in fondo l’ampio e multiforme corredo genetico dei Subsonica: un crossover di suoni stratificati, contaminati, distorti e retrofuturisti che si mescolano – e sovrappongono – a ritmi ripetitivi e sincopati, oscillando tra ballabilità della disco music, vocalità pitchate e vocoderizzate, suggestioni dagli echi brit revival (rave culture, trip-hop) e frenetismi dal forte accento black music-afrobeat.

Si va dai pulsanti e torbidi cardio-synth “nineinchnailsiani” di Cani Umani al movimentato groove piano-house di Mattino di Luce, passando per la sintonia tra techno-heavy-rock e strumming reggae-clashiano nel singolo Pugno di Sabbia e l’incalzante trip-hop di Nessuna Colpa.

Dopo le atmosfere languide e liquide di Missili e Droni e le preziose orchestrazioni d’archi di Davide Rossi nel brano Universo, a cui Samuel aggiunge una malinconia cantautorale alla Tenco, si procede alla volta dell’ecstasy disco-funk e hip-hop di Scoppia la Bolla (con le rime rappate di Willie Peyote ed Ensi, conterranei dei Subsonica), per poi decollare nell’orbita world music di Grandine e Africa su Marte, tra cavalcate funk-galattiche, drum’n’bass alla Bomfunk MC’s, trance robotica, distorsioni chitarristiche e minacciose danze tribali che lentamente sfumano su trasfigurazioni dub dai profumi mediterranei. C’è spazio anche per l’intimità dark folk acustica di Vitiligine, che scivola verso una quiete liturgica e ipnotica nell’atto finale di Adagio, con profondità introspettive e frequenze post-apocalittiche a ricalibrare ogni percezione del tempo.

Per ciò che concerne, invece, la sfera testuale, i Subsonica provano a calarsi nelle dinamiche alienanti e contraddittorie di una contemporaneità in bilico tra speranza e disperazione, focalizzandosi sul concetto di realtà aumentata. Storie che parlano di connessioni con sé stessi e con il mondo, di fredde ambizioni e competizioni aggressive, di dipendenze digitali e nuove ideologie tossiche, di speculazione politica sulla pelle dei più deboli e di quei giudizi politically correct che strisciano nell’ombra come le menzogne (“il giudizio degli altri, è una nebbia cattiva, come un’ombra che striscia piano piano dentro te”), come le promesse di felicità eterna, come la paura e l’indifferenza nei confronti delle diversità, come “quando il male si ingoia tutto il bene e il mare affonda nella gola di un bambino”.

Affiora dunque, da parte dei Subsonica, la necessità di rimettere in moto certa sensibilità interiore, non tanto per bonificare l’urgenza dei cambiamenti personali, quanto per trasformarsi in antenna in grado di catturare quei segnali che quotidianamente capitano intorno a noi, nei toni saturi della conformità, oppure nel modo surreale in cui li percepiamo. Siamo passati da tutti gli sbagli di un singolo individuo al “negare qualsiasi colpa” su larga scala, in un presente globalizzato dove la realtà tecnologica è aumentata a discapito di quella umana che sta sempre più diminuendo.

Quella descritta in Realtà Aumentata è una società radicalizzata nel conservatorismo, in cui il passato assume le sembianze di un loop infinito (“qui c’è un passato che non passa mai, ed un futuro che non troverai”), di un circuito nel quale reiteriamo gli errori di sempre, con scadenze periodiche, cosicché possiamo continuare a fingere che il futuro non sia altro che una nuova illusione a cui aggrapparsi; l’ennesima bolla in cui galleggiare almeno per un po’ (“dammi un sogno che distrugga la realtà stasera”). E siccome la storia dell’umanità non è altro che un ripetersi sinusoidale di corsi e ricorsi storici, non resta che attendere che presto o tardi un’altra bolla scoppierà.

Nel frattempo, come rabdomanti in cerca di acqua e metalli nascosti nel terreno, insieme ai Subsonica inseguiamo il coraggio di mostrarci fragili, di guarire dalle guerre che abbiamo dentro (“mai rimpiangere il tempo, se scorrerai saprai guarire”), di guardarci allo specchio e trovare la forza di affrontare quelle sofferenze che un giorno diverranno cicatrici indelebili sulla nostra epidermide. E sarà proprio quel dolore a salvarci, e a parlare di quello che non riusciamo a dire.

Membri della band:

Samuel – voce, chitarra, Max Casacci – chitarra, voce, Boosta – tastiera, voce, Ninja – batteria, Vicio – basso

Tracklist:

1. Cani Umani 2. Mattino di Luce 3. Pugno di Sabbia 4. Universo 5. Nessuna Colpa 6. Missili e Droni 7. Scoppia la Bolla 8. Africa su Marte 9. Grandine 10. Vitiligine 11. Adagio

© 2024, Fotografie ROCK. All rights reserved.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.