The Hives
The Hives Forever Forever The Hives
Play It Again Sam Records
29 agosto 2025
genere: rock’n’roll, garage punk, surf rock, beat rock, hardcore punk, death & roll
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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Dopo il ritorno nel 2023 con The Death Of Randy Fitzsimmons, che aveva messo fine a un lungo silenzio discografico, i The Hives non si fermano e rilasciano un nuovo album tutt’altro che ordinario: The Hives Forever Forever The Hives. Il titolo è chiaramente egoriferito, ma l’egocentrismo della band svedese è da sempre parte della loro cifra stilistica.
La copertina del disco rivela subito l’atteggiamento irriverente e autocelebrativo del quintetto di Fagersta. In un panorama rock già da tempo in declino, i The Hives si mostrano vestiti da re, con corona e mantello: un’immagine che, tra orgoglio e vanità, riafferma la loro distanza dal mainstream attuale, sfidando chiunque a dimenticarli: “Try to forget about us, it’s impossible for you”.
Il suono resta quello classico della band: un rock’n’roll crudo, diretto e feroce, che si allinea fedelmente al formicolio epidermico della materia testuale, facendo leva su un arsenale di riff taglienti, ritmiche serrate, cori ripetitivi di botta e risposta e la voce di Howlin’ Pelle Almqvist che alterna urla e sarcasmo con stile teatrale.
La novità consiste in una maggiore consapevolezza, un’ispirazione più adulta e meditata, e un raggio d’azione più ampio nella scrittura, grazie anche al contributo in fase di produzione di Pelle Gunnerfeldt, Mike D dei Beastie Boys e Josh Homme.
Tredici brani – tra cui un intro e un intermezzo – che mescolano fuzz elettrico, stop & go energici, riff hardcore-punk, fraseggi glam-rock e inni catchy dal potenziale radiofonico (Enough Is Enough, Legalize Living, They Can’t Hear The Music, The Hives Forever Forever The Hives), con un uso più contenuto del consueto clap rock.
La matrice garage-punk, con richiami a Ramones e Stooges, si apre a nuove sonorità: Roll Out The Red Carpet e Born A Rebel alternano suggestioni garage surf alla The Sonics e groove moderni in stile Queens Of The Stone Age. Su questa linea, i The Hives rileggono il groovy rock scandinavo, confrontandosi con l’eredità dei Turbonegro.
Se Hooray Hooray Hooray e They Can’t Hear The Music sprigionano un punk’n’roll contagioso, alla maniera dei Bad Religion più orecchiabili, Bad Call si muove su un ritmo beat più cadenzato, vicino a quello dei Nomads. O.C.D.O.D. è breve e furioso, pura adrenalina hardcore-punk alla Jerry’s Kids di Build Me A Bomb, mentre Path Of Most Resistance aggiunge un tocco sperimentale e giocoso che ricorda i Franz Ferdinand. La titletrack chiude l’album con suggestioni power brit-rock da stadio, a metà strada tra Blur e The Strokes.
Sotto l’aspetto tematico, i The Hives prendono di mira una società che premia l’apparenza e l’omologazione sociale. L’apertura con Enough Is Enough è chiara fin da subito: rabbia, sarcasmo e spirito punk si fondono in un attacco frontale al conformismo: “Everyone’s a little fuckin’ bitch, and I’m getting sick and tired of this”, come cantavano già nel 1983 i Jerry’s Kids: “I’m sick and tired of the same routine, I’m just a part of an official scheme”.
In Paint A Picture, la marginalità diventa spazio di libertà creativa (“let me paint a picture, I ain’t no fucking snob, more like a fucking God (to you)”), ribaltando ogni cliché sul successo. Con They Can’t Hear The Music e Path Of Most Resistance, il tono si fa più intimo, descrivendo la musica come rifugio e ancora di salvezza personale: “When I was a child, I knew this was my way out, even if I turned down the volume, it still played inside me”. Alla solita arroganza si affianca una sottile malinconia.
Rispetto al debutto Veni Vidi Vicious (2000), questo nuovo lavoro conserva lo spirito rock dei The Hives, ma con un approccio più riflessivo. In definitiva, The Hives Forever Forever The Hives conferma lo stato di salute di una band ancora capace di sfidare tutto e tutti, divertendosi e facendo rumore senza mai prendersi troppo sul serio, con quella giusta dose di strafottenza che ci permette di evadere dalla routine quotidiana. “Se pensate che l’avventura sia pericolosa, provate la routine”, come diceva Paulo Coelho. E dunque, lunga vita al rock’n’roll, lunga vita ai The Hives.
Tracklist:
1. (Introduction) 2. Enough Is Enough 3. Hooray Hooray Hooray 4. Bad Call 5. Paint A Picture 6. O.C.D.O.D. 7. Legalize Living 8. (Interlude), 9. Roll Out The Red Carpet 10. Born A Rebel 11. They Can’t Hear The Music 12. Path Of Most Resistance 13. The Hives Forever Forever The Hives
Membri della band:
Howlin’ Pelle Almqvist alla voce, Nicholaus Arson alla chitarra, Vigilante Carlstroem alla chitarra, The Johan and Only al basso, Chris Dangerous alla batteria

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