The Strokes: recensione di The New Abnormal – 10 aprile 2020

The Strokes

The New Abnormal

RCA Records

10 aprile 2020

genere: rock pop, new wave, synth rock

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Il 10 aprile è uscito The New Abnormal, il sesto album dei newyorkesi The Strokes, edito per RCA Records, prodotto da Rick Rubin ed anticipato dall’uscita dei singoli Adults Are Talking, At The Door e Bad Decisions.

Sono trascorsi ben sette anni dal precedente Comedown Machine, eppure l’impatto emotivo e le atmosfere restano invariate, così come le coordinate stilistiche del quintetto statunitense, attraverso quei tratti distintivi derivati da quelle melodie pop suggestive, depresse, sfuggenti, accattivanti e malinconiche che ne hanno contraddistinto l’ormai imprescindibile ed inconfondibile trademark sonoro, e da quel senso di strafottenza melensa mista a quella ostentata timidezza che fuoriesce dal timbro di Julian Casablancas, il quale gioca con i soliti falsetti, con l’utilizzo del vocoder e con il suo modo di cantare sbiascicato, sensuale e indolente.

I dandy della musica pop rock del nuovo millennio tornano sulle scene con un capitolo musicale stavolta incentrato sulla psicologia del nuovo anormale, dedicato a quei disturbi cognitivi dell’essere umano contemporaneo. Tematica improntata sul concetto di normalità, argomento quantomai ostico e soggettivo, soprattutto se contestualizzato al periodo storico “anormale” che stiamo vivendo attualmente.

Le nove tracce di The New Abnormal sembrano voler decollare da un momento all’altro, quasi a volerci illudere, ed invece, sul più bello, gli Strokes mostrano un certo desiderio conservativo atto a frenare l’euforia e l’entusiasmo di certi slanci sognanti, tenendoci attaccati al filo elastico della delusione e riportandoci, così, nel mondo reale.

The New Abnormal è un disco che vola tra sonorità retrò e vintage, in un piacevole tuffo nel passato tra momenti più energici e ed altri più tipicamente chill out, alla Pharrell Williams feat. Daft Punk, dimostrando di perseguire le potenzialità e la versatilità di Comedown Machine: un’opera che rivisita e fotografa, ancora una volta, il sound di quel versante musicale (artwork compreso), e che scorre liscio, orecchiabile, ruffiano ed a tratti sgangherato e sornione, con la leggerezza naif del jazz e mescolando il brit rock dei Novanta, le luci soffuse al neon dei locali notturni ed i motivetti new wave disco dei luccicanti anni Ottanta, nello specifico quelli di I Melt With You dei Modern English, dei New Order e di Billy Idol di Dancing With Myself.

Considerando che i The Strokes sono originari di New York, che la copertina del disco, dal titolo Bird on Money, è un disegno dell’artista newyorkese Jean-Michel Basquiat (uno dei più grandi esponenti del graffitismo americano, morto nel 1988), che il termine Abnormal ci riporta alla mente la famosa pellicola Frankenstein Junior, la cui vicenda parte proprio da New York, e che questa release si chiude con la sofferta e struggente Ode to Mets, è verosimile pensare che The New Abnormal sia una gentile omaggio dei The Strokes alle proprie radici.

Probabilmente, parecchi fan vorrebbero ascoltare ancora i The Strokes che strimpellano un rock meno contaminato da suoni sintetici. C’è chi ha nostalgia delle sonorità di Is This It e di inni generazionali come Last Nite. Ma è davvero giusto fare ancora paragoni con il loro album d’esordio?

Membri della band:

Julian Casablancas: voce

Nick Valensi – chitarra, cori

Albert Hammond Jr. – chitarra, cori

Nikolai Fraiture – basso

Fabrizio Moretti – batteria

Tracklist:

The Adults Are Talking

Selfless

Brooklyn Bridge To Chorus

Bad Decisions

Eternal Summer

At The Door

Why Are Sunday’s So Depressing

Not The Same Anymore

Ode To The Mets

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