Thurston Moore
Flow Critical Lucidity
Daydream Library
20 settembre 2024
genere: psych, asiatic folk sound, dream rock, post-rock, slowcore, afrobeat
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Recensione a cura di Andrea Musumeci
A distanza di tre anni dallo strumentale Screen Times e ad un anno dalla pubblicazione della sua autobiografia Sonic Life: A Memoir, il prolifico Thurston Moore, annoverato tra i personaggi più influenti per l’evoluzione della scena alternative rock statunitense (e non solo), manda alle stampe il suo nono album solista intitolato Flow Critical Lucidity, edito per Daydream Library e anticipato dall’uscita dei singoli Isadora, Hypnogram, Rewilding e Sans Limites.
In questo nuovo capitolo discografico, assieme a quella che è ormai da tempo la sua nuova band, composta dalla bassista dei My Bloody Valentine Deb Googe e dal chitarrista e pianista James Sedwards, troviamo anche Jem Doulton alle percussioni, Jon Leidecker dei Negativland alle parti elettroniche, Eva Prinz alla stesura dei testi e Lætitia Sadier degli Stereolab ai cori.
Flow Critical Lucidity prende il nome da un verso del singolo Sans Limites e l’artwork di copertina raffigura l’opera Samurai Walkman di Jamie Nares, un elmo adornato di diapason: l’elmo a simboleggiare difesa e salvezza, il diapason come espressione vibratoria e creativa in grado di accordare ogni cosa intorno a sé.
Così, alimentando la necessità personale di trovare nuovi equilibri e proiettandosi alla ricerca di un’armonia mente-corpo-anima, il 66enne Thurston Moore continua a stimolare quella scintilla primigenia di creatività, quel primo input di elettricità, quel momento di lucidità del pensiero critico, sia per raccontare un viaggio musicale che parte da molto lontano, dalle periferie in cui nacque la cosiddetta scena indipendente americana (nel testo di New In Town vengono citati i Minor Threat, Teen Idle, Bad Brains, Red C, Youth Brigade, GIs e Fugazi), sia per rimarcare la vitale importanza delle connessioni.
Un nuovo tassello compositivo che fotografa appieno quello che è oggi l’ambiente emozionale dell’ex Sonic Youth, tra riflessioni derivanti dalle criticità ecologiche del pianeta e una costante attrazione per il mondo polifonico delle contaminazioni.
A differenza delle precedenti release, Flow Critical Lucidity mostra una scrittura dall’impatto decisamente meno sonico, che prende forma per sottrazione (less is Moore?), attenuando le derive del rumorismo metropolitano in favore di una visione più intima, contemplativa, mistico-orientaleggiante e trascendentale (“grow up to the stars, speak to infinity, with clairvoyant eyes, this time is yours, wander mistically”).
Non a caso, per comporre le sette tracce di Flow Critical Lucidity, Thurston Moore ha scelto come location la Svizzera, per la precisione le leggendarie acque del lago di Ginevra, cercando ispirazione in quel contesto lacustre, montano e floreale, al fine di creare una corrispondenza tra stati d’animo e paesaggi. Ritirarsi dal mondo pur restandoci (Hypnogram), per entrare in quello dei sogni. E magari ricavarne un prezioso angolo di quiete.
Ciò che emerge, dunque, è una sorta di musicoterapia della psiche e del cuore; un trip ipnotico che facilita l’accesso a zone recondite dell’inconscio, alimentandosi di tensione acustica, intrecci melodici e pulsazioni multisensoriali: sonorità mantriche e arabescate dalle linee affusolate si mescolano a percussioni etniche e ricami cellophanati di psichedelia post-rock, mentre delicati e melodici scintillii acustici rimandano a certa musicalità del folklore popolare cinese.
In un rapido track by track, si va dai bagliori cristallini di New In Town al magnetismo rock’n’roll in stile Lou Reed e Motorpsycho di ballad come Sans Limites e Hypnogram, passando per le atmosfere dense ed enigmatiche dei synth in We Get High e Shadow, fino a stemperarsi nelle vibrazioni oniriche di un folk spirituale dalle frequenze tribali (Rewilding e The Diver).
Con Flow Critical Lucidity, Thurston Moore si focalizza su quella linea di confine dove sogno e realtà si toccano fino a sovrapporsi e confondersi (“I float in this dream, don’t you dare, wake me, a butterfly just kissed me”), permettendo di esplorare la nostra interiorità e svelare significati nascosti, a tratti indecifrabili. E allora, facendo appello a una delle più note massime marzulliane, viene da chiedersi: “La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?”.
Tracklist:
1. New In Town 2. Sans Limites 3. Shadow 4. Hypnogram 5. We Get High 6. Rewilding 7. The Diver
Membri della band:
Thurston Moore alla voce, chitarre e testi, Radieux Radio a.k.a. Eva Prinz ai testi, Deb Googe al basso, Jon Leidecker alle parti elettroniche, James Sedwards al piano, chitarra e organo, Jem Doulton alle percussioni e Lætitia Sadier ai cori.
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