Tool
Fear Inoculum
RCA
30 agosto 2019
genere: groove metal, prog, synth, ambient, tribal, psych
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Recensione a cura di Andrea Musumeci
Il segreto è farsi desiderare.
Questa è stata la strategia di marketing, voluta o meno, messa in atto dai TOOL: rimandare più volte l’uscita del nuovo disco, creando così un hype adrenalinica ed estenuante, fino al punto di ricevere, addirittura, minacce di morte da alcuni fan.
Sin dagli anni ’90, dagli esordi, i TOOL vivono circondati da una sorta di venerazione religiosa da parte del loro fanclub: Maynard e soci sono riusciti a creare, attorno al gruppo, un’aura di misticismo che li ha trasformati in entità divine infallibili, che a confronto Zeus era un semplice impostore.
La band statunitense, nel corso degli anni, è rimasta sempre fedele al proprio sound, su quella linea di confine tra metal alternativo e rock alternativo di fine anni ’80 che si rifà alla sperimentazione dei Jane’s Addiction di Nothing’s Shocking, al grunge di Nirvana ed Alice In Chains, alla psichedelia pinkfloydiana e orientale, ed ovviamente, nemmeno a dirlo, al rock prog dei King Crimson.
I TOOL sono diventati l’unità di misura del nuovo modo di intendere il metal, continuamente alla ricerca scientifica del trim sonoro ideale, e Maynard il nuovo messia del rock dopo la morte di Kurt Cobain.
L’annuncio del nuovo album Fear Inoculum è stato accolto come l’oracolo di Matrix: un oggetto oscuro del desiderio divenuto ossessione morbosa, un appuntamento lungo ben 13 anni per uno degli eventi discografici più attesi del nuovo millennio.
Quante cose possono cambiare in 13 anni?
Suddetta attesa si è conclusa nel mese di agosto, in tre step: dapprima la pubblicazione i streaming di tutta la discografia dei TOOL il 2 agosto, successivamente il rilascio del primo del primo singolo, la titletrack, il 7 agosto ed infine l’uscita ufficiale dell’album Fear Inoculum il 30 agosto.
Il disco è stato pubblicato in due formati: uno in digitale e l’altro in una speciale e costosa limited edition deluxe che, oltre al CD, include uno schermo HD da 4 pollici, un cavo USB, un altoparlante da 2 watt, un booklet di 36 pagine e una card per il download. Un lavoro di produzione e mixaggio mastodontico e chirurgico da parte di Joe Barresi.
Nonostante l’elevato costo di acquisto, Fear Inoculum è andato sold out.
7 tracce nella versione CD e 10 tracce nella versione download digitale. Tutti i brani superano i 10 minuti di durata, eccezion fatta per i 4 pezzi strumentali.
Diciamo che anche i fan più esaltati sono stati accontentati.
Ma entriamo nel dettaglio dell’album.
Fear Inoculum è un travaglio spirituale, ipnotico, sia esteriormente che all’interno della sua musica, un trip psichedelico e sciamanico di meditazione zen, tra vibrazioni orientali yoga, campane tibetane e il bacchettio sulle pelli in stile nipponico.
I veri protagonisti di questa nuova release sono la batteria algebrica del metronomo Danny Carey, i power riff stoppati di Adam Jones e le atmosfere synth in stile Aphex Twin, mentre il frontman Maynard ed il bassista Chancellor, in questo disco, sembrano rimanere leggermente defilati, di minor impatto rispetto al passato.
Fear Inoculum è un loop penetrante come il significato del termine inoculum: un sofisticato algoritmo ed un insieme di onde armoniche sinusoidali che richiamano alla mente immagini e suoni della Natura.
La musica dei TOOL non sai mai dove ti possa portare. Un labirinto sacro-trance infinito fatto di note e testi impegnativi da codificare, dove i battiti cardiaci oscillano tra intensità ascendenti e discendenti.
Fear Inoculum non è di facile ascolto, nel senso che è talmente ricco di dettagli che necessita di maggiore attenzione e ripetuti ascolti, anche in differenti momenti e mood del nostro quotidiano.
Questo non significa che non sia accessibile per chiunque, sebbene alcuni tifosi talebani della band sostengano che i TOOL facciano musica per pochi.
Primo, dal successo che riscuotono, non si direbbe. Secondo, a prescindere dal riscontro commerciale, viene da chiedersi chi siano quel pochi e fortunati eletti. Come se, automaticamente, qualcuno considerasse un fan dei TOOL piu intelligente di un fan dei Rammstein. Che a dire il vero, non mi sentirei nemmeno di dargli torto.
Ma tornando all’album: qual è la paura inoculata dei TOOL?
L’inoculazione, o introduzione, di un virus o di un’idea all’interno del nostro organismo e della nostra anima.
L’intero concept di Fear Inoculum, sin dalla titletrack che apre le danze, cavalca, in parte, il cammino compositivo che la band ha iniziato già dai tempi di Opiate del 1992… Sordo, cieco, stupido e nato per seguire. Quello che ti serve è qualcuno di forte che ti guidi. Lascia che posi la mia mano santa su di te.
La visione marxista della religione, il nuovo oppio dei popoli.
Odio e isolamento, attraverso il forte confronto degli abissi della nostra coscienza. Questo potrebbe essere il filo conduttore tematico del nuovo album dei TOOL.
Siamo anima, respiro e spirito: siamo Pneuma. Oltre il nostro involucro, al di là della nostra dimensione fisica e terrena… We are spirit bound to this flesh. Un concetto ricorrente in tutta la carriera di Maynard.
La terza traccia, Invicible, si può considerare un pezzo quasi autoreferenziale… Long in tooth and soul, longing for another win.
Probabilmente, la band conosce le insidie di mantenere le aspettative dei fan di lungo corso e degli esperti di musica, soprattutto quando torni a casa dopo 13 anni e dopo aver realizzato pietre miliari come AEnima, Lateralus e 10.000 Days.
Del resto, si sa, le lotte con il tempo sono sfide ardue per chiunque.
Ma il problema è sempre a monte, ossia i fan accecati dall’adulazione, che si rifiutano di guardare i propri idoli come dei comuni mortali. L’idolatria è un grosso limite, in ogni settore della nostra esistenza.
Come diceva Umberto Eco: “La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai”.
Ed in certi casi è proprio questo aspetto che divide, ossia la diversità vista come un nemico.
Descending ci descrive la follia della nostra evoluzione che ci ha portati a smettere di comportarci come esseri pensanti, ma sempre più condizionati da dogmi e credenze anacronistiche.
Per fortuna, la maggior parte dei musicisti ha capito, invece, che il sincretismo musicale poteva essere un’opportunità di crescita, ed infatti così è stato.
Culling Voices percorre la perdita d’identità di una società sempre più individualista e sempre più divisa dal contagio delle forme mediatiche social… Disembodied voices deepen my suspicious tendencies, conversations we’ve never had imagined interplay.
Una massa di individui lobotomizzati e dissociati, in fila come un gregge di pecore e avvoltoi per manifestare pregiudizi, ottusità, frustrazione ed ipocrisia.
Chocolate Chip Trip è l’unico brano strumentale della versione CD: in pratica è un assolo di batteria di Danny Carey. Un loop analogico che ti entra in circolo in maniera ossessiva e compulsiva, che prende i biscotti con gocce di cioccolato e li immerge nelle percussioni lisergiche e tribali di Danny Carey in un crescendo di doppio pedale, rullante e tom tom.
Probabilmente, Danny Carey, tra qualche anno, verrà ricordato come il più grande batterista/percussionista di tutti i tempi. Con buona pace di Neil Peart e John Bonham.
Fear Inoculum conclude il suo rituale emozionale con il brano 7empest, la canzone più lunga dell’album, ben 15:43.
“Trying to lull us before the havoc begins, into a dobious state of serenity, acting all surprised when you’re caught in a lie.”
Quelli che vogliono convincere le masse che tutto va bene, che promettono serenità nonostante l’imminente ed inevitabile tempesta. La Natura ed il caos faranno il loro corso.
Dopo un tranquillo intro di un minuto e quindici secondi, ecco finalmente la tempesta che stavamo aspettando: il vecchio stile TOOL che travolge ogni cosa attraverso i riff granitici e cosmici di Adam Jones e la timbrica potente ed evocativa di Maynard.
In conclusione: Fear Inoculum è un disco iconoclasta che riflette e mette in discussione le convinzioni, le immagini sacre e le credenze di ognuno di noi, in una società che idolatra valori effimeri come consumismo e capitalismo. Come dice il mio amico e collega Luca Paisiello: “Tra un paio d’anni mi aspetto un Fear Inoculum 2”. Speriamo abbia ragione.
Band:
Maynard James Keenan
Adam Jones
Justin Chancellor
Danny Carey
Tracklist CD:
1. Fear Inoculum
2. Pneuma
3. Invicible
4. Descending
5. Culling Voices
6. Chocolate Chip Trip (instrumental)
7. 7empest
Tracklist Digital Edition:
1. Fear Inoculum
2. Pneuma
3. Litanie contre la peur (instrumental)
4. Invicible
5. Legion inoculant (instrumental)
6. Descending
7. Culling Voices
8. Chocolate Chip Trip (instrumental)
9. 7empest
10. Mockinbeat (instrumental)
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