OSS: recensione di Quota 1035 Tutti Cadaveri

OSS

Quota 1035 Tutti Cadaveri

Hellbones Records

29 maggio 2020

genere: drone, noise, industrial

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

“Oss” è un termine veneto usato per indicare l’osso, la singola parte dello scheletro, la struttura portante.

Tale definizione riassume appieno l’assetto creativo degli OSS/dronenoise, progetto nato nel 2014 dalla sincronia creativa tra Diego Spinelli e Nadir Persegona.

La produzione artigianale degli OSS prende forma e si concretizza con la realizzazione dell’EP Quota 1035 – tutti cadaveri: un lavoro strumentale, edito il 29 maggio 2020 per la Hellbones Records, racchiuso in un unico brano di 19 minuti, che svolge la funzione di riprodurre l’angoscia e la disperazione di una delle più gravi tragedie minerarie, ovvero quella di Marcinelle (Belgio), l’8 agosto del 1956, dove morirono quasi 300 minatori.

Il sodalizio tra i due musicisti veneti ha dato origine ad un micromondo sintetico e compatto disegnato su intelaiature industriali, dove ogni elemento del flusso sonoro sembra dirigersi alla volta di confini sfocati, mentre l’aria si impregna di fuliggine e cenere. Un’esplorazione emotiva e sperimentale che rimanda alle recenti pubblicazioni discografiche di Petrolio e dei Mhole.

All’interno di Quota 1035 – Tutti Cadaveri convivono commemorazione della storia e catarsi, in un concept imbastito e cucito su linee elettroniche essenziali ed atmosfere algide ed oniriche, quasi in penombra.

Si rievocano paesaggi desolati di un passato intrappolato, soffocato e messo sottovuoto, dove ogni pitch analogico finisce per modularsi e ripetersi attraverso tenue rifrazioni droniche, ambient claustrofobico e frammenti noise impercettibili ed inafferrabili, fino a sfumare dietro il minimalismo manifatturiero teutonico.

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