Frank Fear: recensione di Salvation

Frank Fear

Salvation

Hellbones Records

24 dicembre 2021

genere: elettronica, kraut-beat, techno, trance ambient, industrial, sci-fi, campionamenti, disco jungle, darkwave, eurodisco

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A distanza di un anno dal precedente Criminal Experiment (recensione) e a tre dalla pubblicazione del disco d’esordio Satan Domination, il duo elettronico savonese Frank Fear manda alle stampe il suo nuovo album intitolato Salvation, edito sempre per l’etichetta romana Hellbones Records e anticipato dall’uscita del singolo I’m A Robot.

Il tema principale (filo conduttore) di questo nuovo take discografico, come si può evincere già dal titolo, è quello della salvezza; concetto che è stato sempre oggetto di complessi interrogativi connessi alla redenzione dell’anima e alla grazia divina. Mentre la tradizione cristiana considera la salvezza in relazione alla risurrezione di un corpo e al dualismo tra vita e morte, la cultura contemporanea, sempre più congestionata dalle interazioni fluide della digitalizzazione, sembra avere invece dimenticato e abbandonato quel sentiero spirituale, sacrificando corpo e anima sull’altare pagano, effimero ed illusorio del consumismo, dell’edonismo, degli algoritmi, del politically correct e della cancel culture.

Se da un lato il costante lavaggio del cervello per mezzo degli organi d’informazione ci ha portato, paradossalmente, a legittimare le nostre azioni, le nostre colpe, a non riconoscere più la differenza tra realtà e finzione, e a non distinguere più il colpevole dall’innocente, dall’altro ci ha condannato a un progresso tecnologico inversamente proporzionale a quello umanistico e ad osservare passivamente il declino etico e verticale della società moderna, coinvolta nel mastodontico, babelico e distopico stato di confusione e caos emotivo in cui versa (e versiamo) da ormai un paio d’anni a causa della pandemia.

Servendosi delle sopracitate tendenze narrative e mediatiche dell’attualità, sottoforma di metafora artistica e attraverso una riflessione introspettiva sugli aspetti che determinano le condizioni dell’essere umano e il suo modo di interagire come individuo all’interno di un sistema che tende a strumentalizzare le paure della massa, i Frank Fear continuano a mantecare, manipolare e deformare la loro cifra stilistica, costruendo nuove protesi artificiali ad una creatura sonora che sa di ghiaccio e miele, alla quale va ad aggiungersi una buona dose di trasgressione barocca; infatti la copertina di Salvation, tratta dal quadro Giuditta e Oloferne di Caravaggio (tra i soggetti biblici più rappresentati nella storia dell’arte), è stata censurata dai digital store, in quanto, a loro detta, risultava offensiva ed incitava addirittura alla violenza.

Le dieci tracce di Salvation (tra cui una cover remix del famoso brano Daddy Cool dei Boney M e la versione remix di Brain Wash, canzone contenuta in Criminal Experiment) tratteggiano la filosofia visionaria che sta alla base del progetto a conduzione familiare dei Frank Fear (padre e figlio Laratta), ovvero quella di sfruttare tutte le potenzialità e le sfumature della musica elettronica, evidenziando la progressiva evoluzione del rapporto simbiotico tra software e hardware, tra uomo e macchine.

Un concept cosmico nel quale la combinazione tra sintetizzatori e drum machine genera uno spartito dal sound dinamico ed evocativo, imbastito e cucito su linee elettroniche che spaziano in un ampio range sintetico e sperimentale: si va dalle visioni minimal e oscure delle atmosfere dark ambient all’euforia beat e allucinogena della trance wave, passando per gli echi metallici dell’acciaio industrial e le sonorizzazioni sci-fi di memoria carpenteriana, finendo per flirtare con le pulsazioni robotiche dei Kraftwerk dell’era Trans Europe Express.

Un climax polifonico e sciamanico affogato in salsa eurodisco alla Art Of Noise, in cui le pompose ritmiche della techno music si mescolano al groove anfetaminico della tribal jungle, ma senza privarsi della contaminazione della componente rock metal, grazie all’inserimento di alcuni campionamenti vocali: Dave Mustaine in Mortal Man, Nina Hagen in Der Wahnsinn e Ozzy Osbourne, nemmeno a dirlo, nel brano Into The Void.

Ripercorrendo a ritroso e controcorrente l’onda delle grandi produzioni internazionali degli anni ’80 e ’90, e ricercando nell’arte e nella cultura quei motori di possibile rinascita sociale, i Frank Fear provano a guardare oltre lo scudo protettivo della nostalgia, oltre quelle cornici di riferimento che guidano le nostre prospettive, collocando tradizione e innovazione sotto lo stesso tetto, nella stessa parte della barricata, come due forze cicliche, dinamiche e dipendenti l’una dall’altra, e non soltanto come visioni antitetiche del mondo alla stregua di uno statico e polarizzante antagonismo.

https://www.facebook.com/frankfear2

Frank Fear Salvation Bandcamp

Frank Fear YouTube Channel

Membri della band:

Thomas Laratta aka Thomas Lee: chitarre

Claudio Laratta aka Frank Fear: voce, tastiere, programming

Tracklist:

1. State Of Confusion

2. Salvation

3. Der Wahnsinn

4. Mortal Man

5. I’m A Robot

6. Monster

7. Into The Void

8. Six Million Ways to Die

9. Daddy Cool (remix)

10. Brain Wash (bonus track)

Mixing & Composed by Frank Fear

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