Palmer Generator: recensione di Ventre

Palmer Generator

Ventre

Blood Sound Fucktory

15 settembre 2023

genere: post-rock, psych prog, noise, space ambient, math rock, krautrock, strumentale

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Scandagliare le profondità viscerali del passato per comprendere le trasformazioni del presente, e il ventre inteso come metafora concettuale di maternità, di vitalità e crescita, nonché elemento catalizzatore che accoglie in sé realtà opposte ma ciascuna complementare e potenziatrice delle altre, lasciando che ogni fattore emozionale confluisca nella sintesi tra mente e corpo, tra spirito e materia, tra terreno e cosmico.

L’ascolto e l’esplorazione della storia remota come linee guida senza le quali non sarebbe possibile conferire giusto peso e valore alla musica. È da questo mantra rituale che, a distanza di tre anni dallo split album PGTGS (insieme ai lodigiani The Great Saunites), la post-rock band marchigiana Palmer Generator riparte per confermare e rinvigorire il proprio trademark compositivo al servizio di una struttura strumentale e sperimentale, mandando alle stampe un nuovo appuntamento discografico intitolato Ventre, da cui si rinnova il sodalizio artistico con l’etichetta Blood Sound Fucktory.

Una prospettiva d’insieme che, in questa quinta uscita ufficiale, ha consentito ai Palmer Generator (trio anconetano a conduzione familiare composto da Michele, Mattia e Tommaso Palmieri, rispettivamente padre, figlio e zio a basso, batteria e chitarra) di proseguire quel discorso di fusione tra generi cominciato nel 2014 con Shapes. Scavando sottotraccia e ampliando il proprio cromatismo espressivo, l’intento è quello di alimentare un’idea di sviluppo condiviso che non può prescindere dalle virtuose doti della ricerca e che mai riuscirà ad evolversi se vissuta unicamente alla mercé di una fruizione passiva.

Così, muovendosi intorno a dinamiche di improvvisazione individuale, come minuziosi amanuensi del suono in grado di dosare e filtrare equamente quiete e tensione, i Palmer Generator definiscono il loro microcosmo polifonico e la loro perizia artigianale sia nel saper maneggiare, modellare, levigare e scolpire quel genere di impasto sonico, forgiandone sagome e misure come fossero panetti di argilla, sia nel riuscire a fare da tramite a quell’inconscio che non trova più spazio nei limiti tangibili del reale.

Un’esperienza mistica e immersiva che, nell’urgenza di svincolarsi da ciò che è convenzione e convenienza, si traduce attraverso la combinazione tra tecnica e istinto, mentre stati di rapimento onirico, permeati di atmosfere ipnotiche, amniotiche e magnetiche, si raccolgono in una lunghissima suite-concept suddivisa in quattro atti, ognuno dei quali rievoca una spirale emotiva di furori passati, ma senza distogliere l’attenzione da ciò che è in divenire.

Si va, pertanto, dalla psichedelia trance-anestetica di avanguardie space ambient a reminescenze di quel post-rock anni 90 proveniente da Louisville (da realtà come Slint, June Of ’44, Rodan), dalle allucinogene percussioni tribali afro-centriche agli echi di quel krautrock anni 70 riconducibile al conio motorik-prog dei Can, Ash Ra Temple, Neu, Amon Dull II, passando per le ritmiche serrate, stridenti e angolari di quel math-noise algebrico che rimanda a Shellac e Don Caballero (ma più candeggiati), fino a smussare le cuspidi di certe vampate con la classicità del jazz (dei Mingus, Coltrane, Don Cherry e Pharoah Sanders) e mediante tessiture acustiche dalle trame melodiche e malinconiche, quand’anche sinistre e minimaliste, al limite del parossismo esecutivo.

Ne scaturisce, dunque, una suggestiva tracklist che fa da sottofondo chiaroscurale a luci e rumori artificiali della civiltà industriale, insinuandosi nel grembo addominale di un trip sensoriale che i Palmer Generator utilizzano per dare forza e linfa alla loro fecondità creativa, cercando di avvicendare armonicamente ragione e sentimento, realismo e visionarietà, contrazioni foniche e iper-dilatazioni atmosferiche, dimostrando che, dopotutto, certi contrari sono più apparenti che effettivi.

facebook/palmergenerator

Membri della band:

Tommaso Palmieri: chitarra

Michele Palmieri: basso

Mattia Palmieri: batteria

Tracklist:

01. Ventre I

02. Ventre II

03. Ventre III

04. Ventre IIII

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