
Yungblud alla Chorus Life Arena di Bergamo è la rockstar che fa battere il cuore delle nuove generazioni e non solo, tra follia, sincerità e rock’n’roll. Venerdì 31 ottobre 2025, alla Chorus Life Arena di Bergamo, sono qui per accompagnare mia figlia tredicenne al concerto del suo idolo, Yungblud. Io, più spettatrice che fan. Almeno così pensavo. Poi si spengono le luci, parte la musica… e tutto cambia.
Dominic Richard Harrison — per tutti Yungblud — è una forza della natura. Sul palco non canta: esplode. Urla, salta, ride, piange, si contorce e ti guarda dritto negli occhi. È il volto di una nuova generazione che non vuole etichette e che usa il rock per gridare la propria libertà. Con l’anima punk e la sensibilità pop, Yungblud è l’erede ribelle di una linea che parte da Bowie, passa per Ozzy Osbourne, suo mentore e amico, e arriva ai ragazzi di oggi, gli stessi che riempiono le arene con eyeliner e cuore in mano.
Dopo il brano d’apertura Hello Heaven, Hello, Yungblud afferra il microfono e urla, in un italiano ormai quasi perfetto: “Sono Yungblud e sono fottutamente pazzo!!!” Da lì in poi è un’ora e mezza di pura adrenalina. Da The Funeral a Lowlife, passando per Fleabag, durante la quale invita un fan sul palco, ogni pezzo è un’onda che travolge e unisce. Dominic scende dal palco per cantare in bilico sulle mani del pubblico, che lo sostiene e lo accoglie. Sul parterre si balla, si urla, si piange e si ride. È un’esperienza collettiva, una terapia a colpi di distorsione e sincerità.
A metà concerto, Yungblud sorprende tutti con una cover da brividi: Changes dei Black Sabbath. L’omaggio a Ozzy Osbourne non è solo un gesto di rispetto, ma un vero passaggio di testimone. La voce si fa più calda, la band rallenta e l’Arena si riempie di una vibrazione quasi spirituale. Brividi lungo la schiena: in quel momento il rock diventa emozione pura, senza tempo.

Quando arrivano le prime note di Ghost, il pubblico italiano si trasforma in un’unica, luminosa coreografia. Il fanclub italiano, Yungbluditaly, aveva preparato una sorpresa: rose bianche alzate nel parterre e torce dei cellulari accese sugli spalti. Una marea di luce lascia Yungblud senza parole. Si ferma, si batte una mano sul petto e, con gli occhi lucidi, ringrazia. È uno di quei momenti che fanno capire quanto profondo sia il legame tra lui e i suoi fan: un amore vero, reciproco, viscerale.
Dopo l’encore, tra Ghost e Zombie, Yungblud promette al pubblico italiano: “Continuerò a tornare da voi fino al giorno in cui morirò!” E non è solo una frase da palcoscenico: lo dimostra pochi minuti dopo, scendendo davvero tra i fan. Stringe mani, autografa braccia, vinili e perfino qualche cartellone improvvisato con scatole di riciclo trovate fuori dall’Arena. Sorride, abbraccia e si lascia travolgere dal suo pubblico. In quell’abbraccio finale non c’è più distanza tra artista e fan, solo una grande famiglia rock.
Yungblud è il rock del presente, quello che non copia ma rinnova, che non distrugge ma unisce. È la voce di chi si sente “diverso”, di chi lotta per essere sé stesso, di chi usa la musica per farsi sentire. Il suo concerto a Bergamo è stato un manifesto generazionale: rumoroso, emotivo, sincero. Sono uscita dalla venue con la voce roca, le mani che tremavano e il cuore pieno. Mia figlia mi ha detto: “Visto, mamma? È pazzo, ma è vero.” E io, senza esitazione, ho risposto: “Hai ragione. È fottutamente pazzo. E meraviglioso.”
Setlist del concerto (Bergamo, 31.10.2025)
1. Hello Heaven, Hello 2. The Funeral 3. Idols Pt. I 4. Lovesick Lullaby 5. My Only Angel 6. Superdeadfriends 7. Fleabag 8. Lowlife 9. Changes (Black Sabbath cover) 10. Fire 11. Ice Cream Man 12. Loner
Encore:
13. Ghost 14. Zombie

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