Best Of 2025 di Fotografie Rock: Top 10 Album

Eccoci arrivati (quasi) alla fine di questo 2025, al consueto momento dei cosiddetti bilanci. Dopo innumerevoli uscite discografiche, tra produzioni mainstream e underground, sia italiane che internazionali, ho voluto selezionare la mia Top 10 Album tra quelli da me recensiti. Pertanto, di seguito, se vorrete, potrete incuriosirvi e leggere quelle che sono le mie personalissime scelte musicali, ognuna con link allegato per chi vuole approfondire. Non resta dunque che augurarvi buona lettura, buon ascolto e buone feste.

Selezione a cura di Andrea Musumeci

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1. Tom Odell – A Wonderful Life

Tom Odell torna ad accarezzare i sensi con A Wonderful Life, un album che riflette le fragilità di un presente così incerto e complesso. A Wonderful Life si muove tra il luccichio acustico di morbide chitarre jangly, melodie orecchiabili, archi e fiati ad amplificare la profondità degli stati d’animo, e quella poetica sospesa che è ormai il tratto espressivo di Odell.

Tom Odell recensione di A Wonderful Life

2. Cheap Trick – All Washed Up

A cinquant’anni dagli esordi, i Cheap Trick restano fedeli al loro marchio di fabbrica: un rock’n’roll della vecchia scuola, tanto british quanto americano, a dimostrazione di come certi desideri non invecchino affatto.

Cheap Trick recensione di All Washed Up

3. Alan Sparhawk – With Trampled By Turtles

Alan Sparhawk torna con un album dai suoni folk e bluegrass, immerso nell’introspezione dei paesaggi boschivi del Minnesota, dove violino, banjo e chitarra acustica si mettono al servizio della narrazione emotiva, accompagnando la dolcezza e la disarmante fragilità con cui Sparhawk prova a rielaborare la sua perdita.

Alan Sparhawk recensione di With Trampled By Turtles

4. Steven Wilson – The Overview

Steven Wilson si lancia in un viaggio esplorativo ai confini dell’universo, alla ricerca di una sorta di connessione tra spazio cosmico e spazio interiore, musica e astronomia, emozione e voglia di conoscenza. Il tutto espresso dalle due lunghe suite – Objects Outlive Us e The Overview – che compongono il nuovo album The Overview, ottavo lavoro solista del musicista inglese.

Steven Wilson recensione di The Overview

5. Pulp – More

Nel nuovo album, i Pulp – grandi outsider della loro generazione, con un suono che unisce glam anni ’70, synth anni ’80, brit-folk e un’estetica dandy-bohémien – non rincorrono velleità da revival, ma tracciano un percorso laterale, autobiografico, centrato sul tema esistenziale legato allo scorrere inesorabile del tempo.

Pulp recensione di More

6. i cani – Post Mortem

Post Mortem è la radiografia dolorosa e cinica di una generazione che è cresciuta con l’idea che tutto fosse possibile e che oggi fa i conti con la precarietà, l’ansia da prestazione, il confronto incessante con il giudizio. In questo nuovo album, Contessa intreccia riferimenti musicali e letterari per filtrare le dinamiche della contemporaneità.

i cani recensione di Post Mortem

7. The Hives – The Hives Forever, Forever The Hives

Questo nuovo lavoro conserva lo spirito rock’n’roll crudo, diretto e feroce dei The Hives, ma con un’ispirazione più matura e riflessiva. The Hives Forever Forever The Hives conferma lo stato di salute di una band ancora capace di sfidare tutto e tutti, divertendosi e facendo rumore senza mai prendersi troppo sul serio.

The Hives recensione di The Hives Forever Forever The Hives

8. Mclusky – The World Is Still Here and So We Are

I gallesi Mclusky rientrano in pista con il nuovo album intitolato The World Is Still Here And So We Are. Rimasti più o meno fedeli al loro sound, tanto anacronistico quanto vivo, pungente e incazzato, i tre di Cardiff attraversano il grottesco e il brutale umanistico dell’attualità nella solita modalità distorta noise-rock e post-hardcore.

Mclusky recensione di The World Is Still Here And So We Are

9. Suede – Antidepressants

Con il nuovo album Antidepressants, riprendendo in pieno l’estetica post-punk e goth degli anni ’80, i Suede guardano al passato con maturità, dando voce al presente non senza un tocco di nostalgia.

Suede recensione di Antidepressants

10. RosGos – In This Noise

Dopo lo smarrimento post-folk di Lost In The Desert, le visioni darkwave di Circles e le atmosfere dense di No Place, RosGos – alias del cantautore Maurizio Vaiani – torna con In This Noise, un lavoro intimo, notturno e cinematografico, dai toni pastorali e malinconici, che restituisce autenticità e umanità nella sua imperfezione.

Rosgos recensione di In This Noise

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