RosGos
In This Noise
(Beautiful Losers)
10 ottobre 2025
genere: avant-folk, folk noir, desert folk
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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Dopo lo smarrimento post-folk di Lost In The Desert, le visioni darkwave di Circles e le atmosfere dense di No Place, RosGos – alias del cantautore cremasco Maurizio Vaiani – torna con In This Noise, un album intimo e cinematografico, dai toni pastorali e malinconici, quasi “eastwoodiani”.
Il disco nasce tra i boschi del Vicentino, un luogo simbolico e meditativo dove Vaiani, insieme al polistrumentista Massimo Valcarenghi e con la produzione di Andrea Liuzza (Beautiful Losers), ha cercato di cogliere, a modo suo, le inquietudini del presente: la difficile convivenza tra caos esterno e tumulto interiore, fino a diventare parte dello stesso paesaggio emotivo.
L’intero progetto è accompagnato da quattro copertine, ognuna legata a un colore e a un momento del viaggio: il sabbia e marrone chiaro di Lost In The Desert aprono il percorso e rappresentano la terra, le radici e il calore umano; il blu scuro di Circles richiama la profondità, il silenzio e la riflessione interiore; il celeste di No Place introduce leggerezza e speranza; il nero di In This Noise chiude il ciclo come emblema di mistero e rinascita.
“Come la montagna non ha bisogno di orpelli, così volevo che suonasse la mia musica: diretta, senza fronzoli, anche fastidiosa se necessario”, spiega Vaiani. “Volevo che fosse scura come i nostri tempi, immersa nel silenzio della notte. In quei trenta minuti ci sono tempo, fatica e orgoglio. La voglia di raccontare mi conduce in luoghi che spesso sorprendono anche me”.
Da questa visione prende forma In This Noise, nove ballad notturne, scure come la manganite, ma capaci di far filtrare una luce fragile e resistente, facendo della musica un atto di cura che restituisce autenticità e umanità nella sua imperfezione.
Le sonorità di In This Noise seguono un percorso di ricerca personale, oscillando tra sogno e radici rurali, attraverso i solchi terrosi dell’alt-folk americano e una tensione ritmica costante. Il risultato mescola sfumature dream-noir, chiaroscuri autunnali e riflessi psichedelici. Il timbro vocale di Maurizio funge da filo conduttore: intenso, instabile, magnetico e profondo. Gli arrangiamenti restano essenziali e malinconici, con pianoforti scarni e chitarre distorte che, nella traccia In The Dark, diventano persino laceranti.
Tra i riferimenti stilistici emergono HO.BO, Tindersticks, Swanz The Lonely Cat e Alan Sparhawk: artisti che abbracciano e condividono la stessa espressione di lentezza e meditazione.
L’album evoca un isolamento sia spirituale sia geografico, sospeso tra spoglia realtà e magia, su quella sottile linea che divide l’amaro e il dolce dell’esistenza. In questo spazio sensoriale, RosGos diventa osservatore e protagonista di se stesso, combinando suono e immagine, desert folk e praterie americane, montagne alpine e campagne piovose britanniche. Un ponte tra materia e spirito, dove l’uomo è tramite e testimone di entrambe le dimensioni.
Il primo brano rappresenta il “prima del giorno”, il secondo il “prima del tramonto”: due momenti di transizione, simboli di inizio e fine, di perdita e trasformazione. In The Dark parla invece di ciò che racchiude l’oscurità dei pensieri, anche quando dubbi e incertezze possono convertirsi in rifugio.
Il tema dei rimpianti (Regrets) attraversa la release tra sconfitte, occasioni mancate e lenta accettazione, con l’amore che acceca e fa perdere la strada (Your Love Blinds Me), mentre l’emicrania diventa immagine di un malessere mentale che si fa fisico (Migraine B). La stessa metafora era già stata usata dai Bluvertigo in Il Mio Malditesta. Il disco si chiude con My Peace, brano che cerca serenità nel caos, accogliendo il rumore e imparando a lasciarlo andare.
RosGos modella i suoi stati d’animo assecondando le pulsazioni rallentate della notte, cercando di ascoltare e comprendere meglio ciò che il giorno tende a dimenticare. Le sue composizioni invitano, dunque, a guardarsi dentro, ad accettare il cambiamento e a rammentare – come scriveva Adrian Borland – che si può fuggire da un luogo, ma mai da se stessi.
In This Noise segna il ritorno di RosGos con un folk scuro e contemplativo: un’esplorazione dell’anima che fa emergere la forza nascosta delle emozioni. E alla fine, una domanda resta nell’aria, leggera come una nota: quale sarà il prossimo colore?
Tracklist:
1. Before The Day 2. Before The Sunset 3. Defeats 4. In The Dark 5. Sparkling Night 6. Regrets 7. Your Love Blinds Me 8. Migraine B (testo di Barbara Vecchio) 9. My Peace
Credits:
Maurizio Vaiani: voce, chitarra acustica
Massimo Valcarenghi: tastiere, samples, chitarre, pianoforte

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