RosGos: recensione di Lost In The Desert – 14 aprile 2020

RosGos

Lost In The Desert

Areasonica Records

14 aprile 2020

genere: folk acustico, rock cantautorale, folk blues

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A distanza di due anni dall’esordio discografico Canzoni Nella Notte, il cantautore cremasco Maurizio Vaiani, aka RosGos, manda alle stampe il suo secondo full-length intitolato Lost In The Desert, edito il 14 aprile per Areasonica Records ed anticipato dal video di Standing In The Light.

Dopo l’esperienza come cantante nei Jenny’s Joke (band molto attiva nei primi anni Duemila con tre dischi all’attivo), Maurizio Vaiani ha deciso di intraprendere la carriera solista con il monicker RosGos, progetto che lo ha visto pubblicare un primo album in italiano e “sconfinare”, quest’anno, con il nuovo Lost In The Desert, cantato tutto in inglese.

In questo secondo capitolo, Maurizio Vaiani trae ispirazione dalla musica folk rock cantautorale acustica e intimista di matrice anglo-americana, creando suggestivi intrecci armonici ed arpeggi sottili e onirici che fanno da cornice ad una sensibilità narrativa minimalista, inquieta, struggente ed introversa alla Nick Drake.

Le 12 tracce di Lost In The Desert trasmettono una grande spiritualità ed un forte senso di isolamento; ci proiettano verso spazi immensi e terre desolate dalle atmosfere meditative, ombrose, poetiche, romantiche e malinconiche, che oscillano tra l’amaro lasciarsi andare alle cupe immagini descritte dal cantautore e quei toni color seppia dipinti con poche pennellate in chiaroscuro.

Una raccolta di canzoni in bilico tra soul, folk ed un profondo spirito black sensuale, misterioso, affascinante, timido e solitario che scorre piacevolmente sulla scia southern di Iron & Wine e nella direzione oscura di Adrian Borland. Un lavoro intenso composto da ballate visionarie e magiche che si impossessano dei nostri ricordi e dei nostri sentimenti, come vecchie ferite mai del tutto cicatrizzate, dove le trame sonore e liriche si impreziosiscono di una coinvolgente e fragile profondità emozionale.

Cedere al cammino del deserto e, di conseguenza, alla metafora dell’abbandono che porta con sé passaggi emotivi potenti e delicati allo stesso tempo. Questa è la conditio sine qua non del deserto e di Lost In The Desert: un’opera, umana nei suoi turbamenti, che cattura la solitudine e l’alienazione di un luogo mentale in cui è necessario perdersi per poi ritrovarsi, come unica via verso la redenzione.

Tracklist:

1. Free To Weep

2. Standing In The Light

3. Telephone Song

4. Sparkle

5. To Daydream

6. Sara

7. Lost

8. Mary Ann

9. The Date

10. Misery

11. 17

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