Mutonia: intervista per Fotografie ROCK all’indomani della partecipazione a X Factor

Bentornati nel villaggio rock dei Mutonia. Della garage rock band di Ceprano (FR), avevamo già parlato sulle nostre pagine qualche tempo fa pubblicando recensione e intervista all’indomani dell’uscita dell’ultimo disco Radio EP.

Capitanati dal frontman, cantante e chitarrista Matteo De Prosperis, i Mutonia sono stati una delle grandi sorprese di questa nuova edizione del talent show X Factor.

I Mutonia, sotto la guida tecnica e spirituale del giudice e leader degli Afterhours Manuel Agnelli, sono stati eliminati pochi giorni fa e noi di Fotografie ROCK abbiamo colto l’occasione per intervistare nuovamente Matteo De Prosperis, il quale (a nome degli altri membri del gruppo, Fabio Teragnoli al basso e synth e Lorenzo Riccobene alias Mr.Taco alla batteria), oltre a raccontarci in maniera genuina e senza filtri com’è stata e come hanno vissuto l’esperienza di X Factor, ci ha parlato anche dei progetti futuri.

Ciao Matteo, come stai? Sarai molto indaffarato, in questo periodo.

Eh, sì, perché stiamo cercando di capire il da farsi, dopo X Factor. Sono appena tornato dalla sala prove.

Subito sotto col lavoro.

Io sono sempre stato un cazzo di lavoratore.

Come avete trovato il mondo fuori, adesso che siete delle rockstar?

Abbiamo notato che c’è gente che si gira, ci guarda, ci indica. È normale, perché il programma è molto seguito.

Vi fermano per selfie, autografi o proposte sessuali?

L’ultima cosa è la più importante per noi [ride], però ci capita più spesso di fare foto coi bambini. Comunque noi siamo felicissimi dell’impatto che ha avuto la nostra partecipazione a X Factor soprattutto sulla gente dei paesi in cui viviamo, cioè Ceprano e Cerveteri.

Avete avuto modo di leggere un po’ anche i commenti sui social riguardanti il verdetto della quarta puntata? Erano quasi tutti a vostro favore; la vostra eliminazione ha sollevato un bel polverone. Potremmo dire che siete stati i vincitori morali di questa edizione di X Factor?

Personalmente, non sono riuscito a star dietro a tutti i commenti sui vari social, ma da giovedì scorso non faccio altro che leggere i messaggi che ci hanno inviato su Instagram, cercando anche di rispondere a tutti. Mi piace molto intrattenere questo tipo di dialogo con la gente che ci segue e ci sostiene. Comunque noi siamo contenti di come sia andata, a prescindere da tutto.

Il rapporto coi fan è un aspetto che alcuni tralasciano, una volta acquisito un briciolo di notorietà. Spesso chi viene dall’underground e ottiene della visibilità televisiva, finisce per montarsi la testa. È bello notare che ciò non vi appartiene.

Io stesso sono, in primis, un fan. Quando guardo delle stories sui social non scrivo mai ai miei idoli, perché so che tanto non otterrei risposta, ma mi piacerebbe pensare di poter interagire con loro.

Com’è stato lavorare con uno dei più importanti artisti del panorama rock italiano come Emma Marr… ehm… Manuel Agnelli?

[ride] Manuel è fantastico, un vero professionista. Quando ci trovavamo in studio eravamo molto concentrati, ma c’era sempre tempo per del sano cazzeggio. Lui ha detto di essersi divertito molto con noi. Ci ha supportati in ogni modo, dandoci la carica e spronandoci. Noi Mutonia ci siamo mostrati per quello che siamo realmente, senza recitare, e possiamo dire lo stesso di Manuel, che è una persona trasparente, come la si vede in tv. Il suo rapporto nei confronti degli artisti che sceglie è anche e soprattutto un rapporto umano, senza finzioni. Lui ci tiene veramente ed è un gran Signore.

La sua dedizione nel sostenere i suoi artisti è sempre uscita fuori, anche negli scorsi anni.

È uno che ha sempre la risposta pronta e la frase giusta per ogni occasione; una macchina da guerra.

A livello dialettico, senza nulla togliere a Mika che è straniero, Agnelli è una spanna sopra tutti gli altri.

Ci ha insegnato molto, ci ha dato molti consigli, sia per quello che riguarda il sound, che a livello umano.

Nella quinta puntata avreste dovuto presentare l’inedito in italiano, giusto?

Sì, esatto.

A maggior ragione, è un vero peccato che siate usciti. L’inedito sarà comunque rilasciato, supponiamo. Solo come singolo o sarà incluso in un album?

Sì, l’inedito uscirà certamente e potrebbe essere proprio un’anticipazione del nuovo album ed il preludio al nuovo tour, che speriamo possa partire presto.

È giusto che la musica riparta, anche se qualcosa, un po’ zoppicando, si sta già muovendo.

Noi siamo sempre stati molto legati alla realtà dei live club e alla musica dal vivo, perché il rock è questo, è comunicazione, è incontro e unione tra le persone.

Come siete approdati alle selezioni di X Factor? Vi ha contattati la produzione o vi siete proposti voi, tramite il classico form di iscrizione?

Ci siamo candidati noi, nella speranza di smuovere un po’ le acque in seguito ai quasi due anni di stop dovuti alla pandemia. Ci siamo iscritti a diversi contest, così, giusto per farci conoscere. Come ho detto anche all’Hot Factor, cercavamo solo una vetrina e invece abbiamo trovato un percorso di vita.

Ve lo siete meritato.

Siamo stati una grande scommessa, di Manuel e del programma, e siamo riusciti ad arrivare ben oltre le nostre aspettative, quindi siamo veramente entusiasti di com’è andata. Portare in televisione il nostro sound, che poteva essere ostico per un certo tipo di pubblico, e riuscire a suonare un pezzo dei Nine Inch Nails in prima serata, o dei Viagra Boys, è stato un grandissimo risultato.

Soprattutto suonare vestito da sposa!

Quello era il mio sogno nel cassetto!

Al di là della messa in scena, interpretare una cover dei Viagra Boys non era affatto una sfida facile, invece siete riusciti a renderla vostra e a risultare credibili.

Quello era un brano molto difficile, soprattutto a livello scenico e interpretativo. Il gioco era quello di immedesimarsi nell’essere fighi, essendo vestiti in maniera ridicola. Io ero carico di strafottenza, perché lo spettacolo lo richiedeva. Abbiamo riportato il pezzo al nostro stile e ci siamo divertiti tantissimo.

Superato lo stupore iniziale, in seguito alla decisione di Agnelli di portarvi ai live, la nostra sensazione era quella che sareste potuti arrivare tranquillamente in finale, visto anche il secondo posto dei Little Pieces of Marmelade dello scorso anno. C’è un po’ di amarezza da parte vostra, in questo senso?

No, noi eravamo convinti di uscire alla quarta puntata e così è stato. Eravamo pronti, visto ciò che era successo dopo la nostra esibizione su Sports. Sapevamo che i giudici avrebbero utilizzato un po’ di strategia, anche perché il roster di Manuel era l’unico ancora al completo e noi eravamo i più sfacciati là in mezzo.

Dei perfetti capri espiatori. Tuttavia, alcuni dei commenti che vi sono stati rivolti, li abbiamo trovati un po’ eccessivi e anche un po’ offensivi. Chiaramente gli artisti sono lì per essere giudicati, ma l’educazione non dovrebbe mai mancare.

Stare lì a beccarsi le critiche, senza poter rispondere, dà fastidio. Perciò noi abbiamo detto la nostra, anche con ironia, facendo un po’ di spettacolo, e sicuramente siamo risultati scomodi. Però ce la siamo goduta.

All’interno di un programma televisivo, soprattutto da parte di professionisti del settore, che dovrebbero portarsi appresso un certo tipo di credibilità, certi atteggiamenti non si dovrebbero vedere, ma fanno parte dello show.

La gente vuole vedere il sangue [ride]. La reazione di Manuel, comunque, è stata genuina. Era veramente arrabbiato e dispiaciuto.

Guardando al presente, come vi state muovendo a livello discografico? Avevate un’etichetta e manterrete quella o state ricevendo qualche corteggiamento?

Noi non avevamo un’etichetta discografica, ci autoproducevamo. Al momento stiamo ricevendo delle offerte e le valuteremo. Ci interessa soprattutto trovare una valida agenzia di booking, proprio perché, come dicevamo prima, la dimensione live per noi è fondamentale. Da 12 anni a questa parte mi sono sempre prodigato in prima persona per la promozione della band e avere finalmente qualcuno in grado di farlo a livello professionale sarebbe una bella svolta. [Pochi giorni dopo questa intervista i Mutonia hanno firmato con la Kashmir Music ndr]

L’artista dovrebbe potersi dedicare il più possibile alla sua arte, dando spazio alla creatività, delegando quanto possibile. A proposito di scrittura creativa, come nasce la stesura dei vostri pezzi?

Dipende dall’andamento del brano. Prendendo ad esempio Rebel, uscita intorno a Ferragosto, la versione iniziale del pezzo, che avevo partorito autonomamente, è stata poi quella definitiva. I miei compagni hanno ovviamente aggiunto le parti di basso e batteria. Per altri brani, invece, quelli la cui direzione non è ben chiara fin dall’inizio, è richiesto un po’ più di lavoro. Ho sempre avuto qualche difficoltà nello spiegare agli altri le mie idee, partendo da un riff, perciò, negli ultimi anni, mi sono concentrato sulla produzione, in modo tale da poter arrivare in sala già con una bozza di canzone, sulla quale poi si possono fare più o meno modifiche.

Il prossimo disco, guardando in prospettiva, sarà un concept album oppure il frutto di diverse fonti di ispirazione?

Nel corso degli anni abbiamo rilasciato spesso dei concept album. Questa volta, invece, non c’è una direzione ben precisa, a livello di scrittura, ma vogliamo piuttosto lasciarci trasportare dalle emozioni e dalle esperienze che stiamo vivendo. Potrebbe essere un album omonimo, in grado di rappresentarci in tutto e per tutto.

Il vostro sound si è evoluto parecchio, ammorbidendo negli ultimi tempi quelle sonorità stoner che vi contraddistinguevano e rendendole più melodiche.

Siamo sempre stati contenti del nostro mutare e anche i ragazzi che ci seguono lo hanno sempre apprezzato. D’altronde, Mutonia significa proprio mutare nella forma, mantenendo invariata l’essenza. Il progetto di un nuovo disco di inediti, comunque, non esclude la possibilità di lavorare su una compilation di cover, in modo da concederci un po’ di spensierato cazzeggio.

Televisivamente parlando, il prossimo passo potrebbe essere Sanremo?

A me piacerebbe molto, è un palco che mi ha sempre incuriosito parecchio, anche perché voglio continuare a riscoprire la scrittura in italiano. L’ultimo pezzo inciso nella nostra lingua risaliva al 2010. Anche Manuel è contento del singolo che lanceremo e ci ha suggerito di lavorarci e di continuare in quella direzione. Noi siamo contenti di farlo, anche perché era un’idea che già ci ronzava per la testa. E chissà come potrebbe essere un Sanremo coi Mutonia…

Alle brutte, potreste buttarvi sul francese.

No, te prego! [ride] Comunque, a prescindere da come andranno le cose in futuro, noi continueremo a suonare, su questo non abbiamo mai avuto dubbi.

Una volta alzata l’asticella della visibilità, è anche giusto porsi degli obiettivi ambiziosi e anche battere il ferro finché è caldo.

Sicuramente.

Facciamo un grandissimo in bocca al lupo ai Mutonia per il futuro e ringraziamo in particolare Matteo per la disponibilità e la gentilezza.

E io ringrazio voi per il sostegno che ci date da diverso tempo a questa parte e sono felice di avervi risentiti. Ringrazio anche tutta la Mutonia Fuckin’ Family e tutti quelli che ci seguono, sperando di poter contribuire a far crescere sempre di più la scena rock italiana, anche col supporto di webzine come la vostra.

Noi ci proviamo! Di nuovo complimenti per tutto e a presto.

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