Le Zoccole Misteriose: recensione di Oltre La Siepe

Le Zoccole Misteriose

Oltre La Siepe

Frekete! Records

20 maggio 2022

genere: stoner, groove rock, doom jazz, hardcore, post-punk

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Anticipato dall’uscita dal videoclip del singolo omonimo e a quattro anni di distanza dal precedente EP Il Treno, esce Oltre La Siepe, il nuovo album degli abruzzesi Le Zoccole Misteriose, edito per l’etichetta vastese Frekete! Records.

Trascorsi quasi dieci anni dall’esordio con il disco La Crisi, L’Amore e le Zoccole, la band di culto della fervida scena underground vastese – in attività sin dagli anni ’90 – torna in pista con una line-up parzialmente inedita e un rinnovato livello d’ispirazione esistenziale, quest’ultimo filtrato (molto poco) attraverso quella visione autoreferenziale, satirica, autoironica, strafottente e dissacrante che ne ha contraddistinto il trademark compositivo.

Al leader storico Raffaele De Gregorio alla voce e testi, nonché unico superstite della formazione originale, e al ritorno di Angelo “Xunah” Mirolli dei Le Scimmie alla chitarra (già recensito su queste pagine con il suo project side a firma Xunah, Xunah-Doom Rap) si aggiungono le due new entry Davide Tenaglia alla batteria e Adele Fabiani al sax.

Sotto la sfera strumentale, di riflesso a quella tematica, Le Zoccole Misteriose dimostrano una maturità scritturale in cui mestiere e peso dell’esperienza hanno contribuito a mitigare l’istinto animalesco e l’attitudine riottosa dei vecchi tempi, pur conservando quel caratteristico cantato-recitato dal tono declamatorio e tagliente (a metà tra Pierpaolo Capovilla e Andrea Scaglia), e un approccio testuale scarno, diretto ed essenziale, rimanendo comunque fedeli a quel background radicale e grezzo della vecchia scuola hardcore-punk dei ’90, a cui si mescolano gli spasmi urticanti del noise, la psichedelia doom fuzz degli Iron Butterfly e una freschezza ed elasticità stilistica di rimando post-punk, soprattutto grazie ai colori caldi e avvolgenti del sax (scelta decisamente azzeccata).

Se per Leopardi l’infinito oltre la siepe rappresentava un luogo simbolico in cui l’uomo avrebbe smesso di soffrire a causa delle inquietudini legate al mondo reale, per un Leopardi dei giorni nostri, che alla fine riesce a oltrepassare quell’ostacolo che la natura gli aveva interposto, svelandone così il mistero, non rimarrebbero che la delusione e il terrore di ritrovarsi di fronte alle condizioni alienanti della società contemporanea, a un naufragar tutt’altro che dolce e senza alcun orizzonte di quiete.

Focalizzato, dunque, sulla figura di un Giacomo Leopardi moderno, le sette tracce di Oltre La Siepe raccontano come sogno e immaginazione, spesso, non trovino una corrispondenza speculare nel mondo reale, bensì una rivelazione antitetica e inconciliabile, tale da generare un paradosso spazio temporale dall’andamento circolare, in cui la fantasia può assumere una doppia identità interpretativa, come due facce della stessa medaglia, rappresentando sia la via di fuga dalle brutture terrene e da tutto ciò che è ignoto, sia lo stimolo per superare i propri limiti – quelli di una provincia bigotta, ad esempio – e confrontarsi con l’impatto emozionale della realtà.

Stati d’animo che ruotano intorno alle contraddizioni del nostro tessuto sociale, alle nuove barriere comunicative, alle conseguenze dovute a causa della pandemia: l’idea di un’umanità “senza più mani da stringere o labbra da baciare. Questo è il conto da pagare, questa è la fine”, secondo la percezione del frontman Raffaele De Gregorio.

Un passato che continua a cadere come foglie morte, nell’esaltazione di una comunicazione svuotata di ogni significato etico e nei dialoghi urlati muro-contro-muro, mentre aumenta la stanchezza di dover convivere coi propri demoni e affrontare prove sempre più dure, di dover ascoltare sempre le solite scuse e assecondare forme mediatiche sempre più easy ma polarizzanti. Il tutto all’interno di una cultura di massa sempre più agnostica, senza veri e propri riferimenti, che rinnega sia Belzebù che Padre Pio, per poi contraddirsi nell’invocazione “oh mio Dio, oh mio Dio”.

facebook.com/lezoccolemisteriose/

Membri della band:

Raffaele De Gregorio: voce e testi

Angelo Xunah Mirolli: chitarra

Davide Tenaglia: batteria

Adele Fabiani: sax

Tracklist:

1. Oltre La Siepe

2. Non Ho Bisogno di Un Sogno

3. Oltre La Siepe II

4. La Fine

5. Pedro e Gino

6. Belzebù e Padre Pio

7. Urla Contro il Muro

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